Alessia Pizzi, Qualcuno si ricorderà di noi, testo teatrale, Fusibilia Libri, 2020
Ispirandosi all’antichità greca, Alessia Pizzi ci conduce in una pièce di un solo atto a colloquio con tre poetesse di età ellenistica: Erinna, Anite e Nosside. Vittime di un ingiustificato oblio, l’autrice compie la lodevole operazione di portare all’attenzione dei lettori la loro arte lirica. Tuttavia ciò che caratterizza questa originale opera non è tanto lo sguardo al passato ma quello al futuro visto attraverso un presente alquanto incerto come quello che stiamo attualmente vivendo.
Nella pièce il risveglio delle tre poetesse da un letargo che ha tutto il sapore di una condanna storica, è segnato dall’incontro con un essere sconosciuto, un tipo bizzarro, un certo “Google”, nome ostico, e per questo malamente pronunciato dalle tre greche. Nella discussione è chiamata in causa anche Saffo, una delle poche poetesse antiche che non abbia ricevuto una damnatio memoriae, mentre a margine è protagonista il Coro, così come è tradizione in ogni testo teatrale antico.
Il tema centrale affrontato, in un linguaggio che di aulico ha – volutamente – poco, è quello relativo alla condizione femminile, dibattito sempre vivo dagli anni Sessanta in poi. Ma qui la prospettiva è diversamente critica; l’attenzione non verte soltanto sulla colpa di oblio di cui i secoli passati si sono macchiati nei confronti delle voci liriche femminili, bensì sulla ricezione del presente.
“Google”, il motore di ricerca invincibile e onnipotente segue ben altre logiche da quelle dettate dall’amore per la cultura essendo altri gli algoritmi a cui deve rispondere. Ancora una volta le tre poetesse ellenistiche vengono tradite: non più condannate all’oblio ma a un destino fatto di superficialità, stereotipi, incomprensioni. È come se Alessia Pizzi, tra le righe, mettesse in evidenza quanto sia ancora difficile un confronto sereno tra passato, presente e in un certo senso anche futuro. Forse solo nelle aule universitarie o nei circoli dotti sembra che sia maggiormente possibile raggiungere una conoscenza “pura”, ovvero scevra da sovrastrutture e “chiacchiere da social” a cui purtroppo anche i temi più nobili sono soggetti.
La pièce presenta il problema, lo pone in maniera ironica ma chiaramente non dà soluzioni. Quelle spettano a noi lettori, fruitori della cultura e partigiani della difesa della stessa.
Alessia Pizzi, nata a Roma nel 1988, si è laureata in Filologia Classica presso l’Università di Roma Tre dopo un soggiorno di ricerca ad Oxford dedicato allo studio delle voci femminili in età ellenistica. Attualmente scrive per alcune testate giornalistiche e lavora per un’agenzia di comunicazione. Nel 2015 ha fondato un sito dedicato interamente alla cultura, Culturamente.it. Ha pubblicato Teorema del Corpo-Donne scrivono l’eros (2015) e Haiku tra meridiani e paralleli-Terza stagione (2016) con Fusibilia Libri. Sempre con Fusibilia Libri ha pubblicato nel 2020 il testo teatrale Qualcuno si ricorderà di noi.
a cura di Chiara Rantini