di Chiara Rantini
Sepp Mall, Ai margini della ferita, Keller editore, Rovereto (TN), 2014
Affrontando tematiche di importanza storica, questo romanzo dello scrittore altoatesino Sepp Mall, si addentra nelle problematiche di convivenza tra popoli di lingue e culture diverse, italiani e sudtirolesi. Ma lo fa con un tocco commovente, facendo percepire al lettore le emozioni contrastanti dei protagonisti prigionieri di questa piega della storia italiana così drammatica e paradossale.
Il romanzo è costruito secondo una sapiente architettura in cui le vicende di una giovane infermiera dedita al lavoro e alla cura di Alex, il fratello balbuziente, si intrecciano con quelle di un bambino alle soglie dell’adolescenza il cui padre scompare misteriosamente nelle carceri milanesi. Su di esso e sul giovane Alex pende l’accusa di essersi macchiati del reato di terrorismo in una Bolzano travolta dal boom economico dei primi anni ’70.
Ciò che rende interessante il romanzo è dato dal fatto che i personaggi della storia non sembrano avere un ruolo attivo ma di fatto vivono una condizione di sottomissione a una sorta di esistenza schizofrenica dove le divisioni e le ghettizzazioni condizionano nel male la vita di ogni giorno. Non ci sono buoni o cattivi, né vittime né carnefici ma su tutti aleggia un senso di colpa ancestrale da cui riesce difficile liberarsi. Da questo meccanismo storico ben avviato sembra impossibile scegliere un’altra strada se non quella della solidarietà nel dolore e nell’amore tra chi è rimasto solo, orfano ribelle nei confronti della storia.
Un romanzo da leggere tutto d’un fiato e che lascia spazio a profonde riflessioni.