di Enrica Aliboni
In occasione del centenario della nascita di Carlo Cassola (17 marzo 1917), vorrei ricordarlo non con i classici testi che me lo hanno fatto conoscere ed amare nell’adolescenza, ma con l’ultima parte della sua produzione, meno nota al grande pubblico e che forse lo potrebbe far tornare dall’ingiusto dimenticatoio in cui è stato relegato.
Ad un certo punto della sua parabola di scrittore e persona Cassola ha sentito, come molti altri, il pericolo che l’umanità stava correndo,purtroppo oggi attuale più che mai; quello di andare incontro alla propria autodistruzione. Autodistruzione attraverso una guerra con armi fuori controllo che avrebbero cancellato la razza umana all’improvviso, in brevissimo tempo. Per raccontare la follia degli uomini Cassola ha dato parola ed azione agli animali.
A distruzione avvenuta, probabilmente per una esplosione atomica, la cui origine non è e non può essere chiara perché il protagonista non può averne conoscenza, narra ciò che accade tra gli unici sopravvissuti,gli animali.
“Il superstite” (1978) ha come protagonista un cane che prende coscienza di essere rimasto solo, e per sua natura animale domestico e sociale si spinge a fare amicizia con altre specie, volatili,pesci, che però stanno morendo a causa dell’esplosione. Proprio all’opposto della razza umana che è arrivata all’autodistruzione per mancanza di socialità, il cane arriverà a lasciarsi morire non rassegnandosi a restare solo.
“Il paradiso degli animali”(1979) ancora una volta ipotizza la scomparsa della razza umana per autodistruzione, unici superstiti gli animali che si ricostituiscono in società e si evolvono con le stesse tappe dell’umanità dopo la scelta fondamentale del vegetarianesimo come unica possibilità di sopravvivenza per tutti. Saranno in grado questi animali, guidati dai gatti e dai cani umanizzati, di fermarsi prima di arrivare all’autodistruzione come ha fatto la razza umana?
“La morale del branco”(1980) è una raccolta di racconti,protagonisti gli animali che vivono sempre dopo la scomparsa della razza umana. La cifra è quella del pessimismo perché anche gli animali hanno riprodotto l’atteggiamento degli uomini.
Per il lettore che ha amato il Cassola tratteggiatore di indimenticabili personaggi femminili in tutte le loro sfaccettature non sarà difficile ritrovarlo qui nelle descrizioni dei luoghi, la val di Cecina e la sua campagna, a lui, a me e spero a voi tanto cari.